lunedì 6 ottobre 2008

Sanda


Sanda

Anticamente il Sanda era conosciuto anche con i nomi di Xiangbo (lotta contro l'altro), Shou-Bo (lotta con le mani), Bian (impetuosità), Baida, Shou-zhan (battaglia con le mani).
Il termine Sanda significa letteralmente "pugni liberi", viene spesso inteso come la possibilità di colpire liberamente il proprio avversario, ma può essere meglio tradotto con "combattimento libero". Questo modo di chiamare la Boxe Cinese è tipico del Nord della Cina ed è un vocabolo molto in uso nelle scuole europee e africane.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Sanda (散打, colpire alla rinfusa) è uno sport da combattimento cinese uno-contro-uno. Visto a volte come uno stile indipendente, è considerato uno dei componenti delle Arti marziali cinesi. Il termine Sanda è il più antico e il più usato, anche se il termine ufficiale stabilito dal governo cinese è Sanshou (散手, mani alla rinfusa, termine che si riferisce al combattimento sportivo libero).
Come sport, competizioni di Sanda vengono svolte durante i campionati di wushu, affiancate dalle competizioni di Taolu (forme). Per la sicurezza dei partecipanti, durante gli incontri di Sanda non sono ammessi colpi con il gomito, con il ginocchio, strangolamenti e leve articolari. È invece possibile sconfiggere l'avversario buttandolo letteralmente fuori dal tappeto, tramite spinte, colpi o proiezioni. Ai combattenti è permesso di stare corpo a corpo solo per 3 secondi. Se nessuno dei due riesce a liberarsi o a proiettare l'avversario a terra, l'arbitro interrompe il clinch.
La maggior parte delle competizioni di Sanda vengono svolte su di una pedana rialzata chiamata Leitai, e i combattenti indossano protezioni alla testa (caschetto), al torace (corpetto), alle mani (guantoni),ai genitali (conchiglia) e alla bocca( paradenti). Fino a qualche anno fa venivano usate protezioni anche per le gambe (paratibie),ma ad oggi il regolamento internazionale non le prevede più; tuttavia in alcune nazioni e/o federazioni sportive, i paratibie sono obbligatori (per esempio in Italia). Durante gli incontri di Sanda sono permessi i colpi di pugno, di calcio, e le proiezioni a terra. Questo per quanto riguarda il Sanda dilettantistico. In Cina vengono organizzati tornei chiamati "Sanda Wang" (Re del Sanda) che vengono svolti su di un ring simile in tutto e per tutto a quelli usati per il pugilato occidentale, in cui i combattenti indossano come protezione solamente i guantonie paradenti e possono usare, oltre ai pugni e ai calci, anche i colpi di ginocchio. Alcuni di questi atleti di Sanda partecipano anche ad altri tornei di combattimento tra cui il K-1 e lo Shoot Boxing. A volte hanno successo, specialmente nelle competizioni di Shoot boxing, in cui il regolamento è simile a quello del Sanda.
Atleti di Sanda hanno partecipato anche alle famose sfide "stile contro stile", molto frequentemente contro atleti di Muay Thai, ma anche contro atleti di Karate, Kickboxing e Taekwondo. Questi eventi servono soprattutto a pubblicizzare il Sanda, nella speranza di allargarne la popolarità.
Il Sanda è una sorta di Kickboxing: si combatte solo in due, in posizione di guardia molto alta (simile alla boxe). Per le tecniche di pugno, si usano i normali diretti, ganci e montanti, più altre forme di pugno più rare. Per quelle di calcio, normali sono calci circolari, laterali, frontali.
Nelle gare ufficiali si proteggono la testa, il torace con un corpetto e i pugni con dei guantoni. Tutto il corpo è bersaglio valido, tranne le ginocchia che non si possono colpire, pena la squalifica.
Dopo un iniziale periodo di studio, i contendenti si attaccano, generalmente prima con tecniche di calcio (più lunghe) e poi di pugno, a distanza più ravvicinata. Infine, tentano la presa bassa (dietro le cosce) e la proiezione (l'avversario viene sollevato, oppure semplicemente atterrato). Generalmente i round durano tre minuti. Origini
I combattimenti di Sanda si possono vedere ormai durante qualsiasi gara o manifestazione relativa al Kung Fu Wushu e sta conoscendo la via del professionismo soprattutto negli USA. Le sue origini si perdono nelle antiche scuole di Wushu cinesi, esistenti dalla notte dei tempi delle arti marziali.
La nascita di questa arte marziale si può retrodatare all'epoca della società primitiva. Per ottenere le risorse necessarie alla sopravvivenza, la gente imparò, pian piano, la lotta con il pugno e il calcio, a proiettare a terra l'avversario con l'uso delle gambe ed altre tecniche.
Durante il periodo delle Primavere e degli Autunni e degli Stati Combattenti (.720 a.C. - 221 a.C.), lo scambio culturale tra le popolazioni fu molto fiorente, così come le influenze dei vari stili di arte marziale.
Le prime gare marziali furono quelle del Leitai (擂台 , che è traducibile con Ring) , termine con il quale siamo soliti indicare la piattaforma rialzata dove si svolgono i combattimenti: i due contendenti si affrontavano applicando le tecniche più efficaci apprese durante la pratica, a mani nude oppure anche con armi, con l'obiettivo di mettere ko l'avversario. Gli incontri spesso causavano gravi menomazioni fisiche o addirittura la morte di uno dei contendenti.
Dalla dinastia Song (960 d.C. - 1279 d.C.) alla dinastia Qing (1644 d.C. - 1911 d.C.), seguendo il movimento contadino e le organizzazioni segrete, nacquero molte società che si dedicavano agli esercizi marziali. Era necessario scambiare le esperienze tramite la concorrenza marziale, esistevano diversi tipi di famiglie e diverse tecniche di lotta, tra la popolazione le gare sul Leitai erano molto diffuse. Nei giorni di festa un combattente organizzava un "palco" e accettava le sfide di ogni altro combattente, i partecipanti non avevano bisogno di registrarsi in anticipo. Il combattimento era inteso come una forma popolare per socializzare, al tempo erano molte anche le donne che si dedicavano algi esercizi di Sanda.
Pare che durante i campionati cinesi di Guoshu (detti Guokao, esami nazionali) del 1928 a Nanchino si svolsero sul Lei Tai dei combattimenti di una tale brutalità che ai 15 finalisti fu proibito di combattere per non rischiare di perdere la vita. Per questo motivo negli anni '60 il governo cinese diede il mandato ai più grandi Maestri della Cina di riorganizzare l'enorme patrimonio tecnico del KungFu Wushu e fu così che, dopo estenuanti trattative, nacque il Sanda che oggi conosciamo: uno sport completo, marziale, e da allora, non violento. Infatti furono sancite regole ben precise, molto severe atte ad evitare che gli atleti si potessero ferire, così permettendo ad ogni scuola di esprimere la loro esperienza e capacità.

Sanda Moderno
I combattimenti uno contro uno hanno una storia molto lunga in Cina, e sono stati chiamati con nomi diversi, come Xiangbo, Shoubo, Chaishou, Qiangshou, Jiji e Da Leitai (grande Ring). Come parte però dei moderni sport da competizione e da combattimento a contatto pieno, il Sanda ha una storia relativamente breve.
Nel marzo 1979, la Commissione Nazionale per lo Sport della Cina (CNSC), la più alta organizzazione sportiva ufficiale cinese, decise che tre istituti (Zhejang Provincial Sports Training Center, Beijing Tiyu Xueyuan e Wuhan Physical Education College) dovevano iniziare a sperimentare il Sanda come sport da competizione. A causa della mancanza di pubblicità prima di allora, il Sanda non aveva tecniche e metodi di allenamento standardizzati, e soprattutto non aveva un regolamento. I tre istituti scelti per sviluppare lo sport Sanda dovevano formulare delle regole, criteri di giudizio e metodi di allenamento, nonché di pubblicizzare il Sanda come sport in Cina.
Nel Maggio 1979, i tre istituti presentarono il Sanda in pratica durante una gara nazionale di Wushu a Nanning, nella provincia di Guangxi. Contemporaneamente, vennero organizzati altri esperimenti in altre località e province. Durante il meeting nazionale dell'ottobre 1979, il CNSC organizzò la prima performance pubblica di Sanda e gli atleti vennero selezionati dagli istituti di Zhejang, di Pechino, e della provincia di Hebei. La performance consistette non solo di tecniche, ma anche di esercizi di allenamento. Dal maggio 1980, vennero costituite molti altri istituti di Sanda, e fecero tutti una dimostrazione ai campionati nazionali di Wushu a Taiyuan. Nello stesso periodo, l'Università di Educazione Fisica di Pechino teneva competizioni di Sanda per i propri atleti con lo scopo di migliorare l'esperienza degli organizzatori e dei giudici.
Nell'ottobre 1980, il CNSC chiamò esperti dai tre istituti iniziali per formulare un regolamento da competizione. Nel maggio 1981, le università di Pechino e di Wuha tennero per la prima volta in pubblico una competizione sperimentale di Sanda ai campionati nazionali di Wushu a Shenyang. Nel gennaio 1982, il CNSC organizzò una Conferenza Nazionale per le Regole del Sanda, per decidere il regolamento ufficiale. I sei istituti invitati furono: Pechino città, Università di Pechino, provincia di Shandong, provincia di Hebei, provincia di Guangdong, e Università di Wuhan.
Dalla reintroduzione del Sanda alle prime competizioni ufficiali, un periodo di circa tre anni, il CNSC spese una grossa somma di denaro e coinvolse centinaia di atleti ed esperti di arti marziali per promuovere lo sport Sanda. Finalmente, nel gennaio 1982, furono stabilite le regole ufficiali, i criteri di giudizio e i metodi di allenamento. Dopo circa 30 anni di silenzio a causa dell'instabilità politica della Cina, il Sanda era finalmente rinato. Pechino tenne i primi campionati nazionali ufficiali di Sanda nel novembre 1982, la competizione si svolse su un cerchio di nove metri di diametro, che verrà poi modificato in un più tradizionale quadrato, di otto metri per lato, rialzato chiamato Leitai. Anche il regolamento è stato in seguito leggermente modificato, in modo da rendere le regole più dettagliate.
Come parte delle Arti Marziali Cinesi, il Sanda sta attirando attenzione da ogni parte del mondo, con sempre più atleti e nazioni coinvolte in questo sport.

domenica 28 settembre 2008

arti marziali tradizionali











Arti marziali tradizionali cinesi .Le arti marziali tradizionali sono le arti marziali propriamente dette, in cui lo studio delle tecniche di combattimento viene accompagnato dallo studio delle rispettive applicazioni. Le arti marziali tradizionali sono discipline incentrate su principi filosofici e fisici profondi, e la loro pratica ha come obbiettivo, da una parte il raggiungimento di una reale capacità di combattimento, dall'altra la cura del corpo e della mente.
Le arti marziali cinesi vengono tramandate da più di duemila anni, e nel corso dei secoli hanno subito vari mutamenti. I maestri che le hanno praticate, spesso non si sono limitati ad apprenderle e riproporle così come gli erano state insegnate, ma le hanno modificate per adattarle alle proprie capacità, ai propri principi filosofici, alle necessità strategiche e geografiche. Questo processo ha consentito alle arti marziali di migliorarsi continuamente col passare dei secoli, ma ha anche causato una frammentazione che rende molto difficile una classificazione. Si calcola che gli stili andati perduti siano centinaia. Oggi molti gli stili più praticati sono stati codificati dalle federazioni internazionali, contribuendo il più delle volte all'opera di distruzione culturale operata dalla PRC, spacciando pratiche depurate ed alquanto differenti dalle originali con altisonanti nomi autenticamente tradizionali.
La principale suddivisione occidentale tra gli stili è tra interni ed esterni. Esiste anche un'altra importante categorizzazione, nata dalle esigenze di adattamento alle condizioni geografiche in cui le arti marziali venivano praticate, quella tra stili del nord e stili del sud. Nel nord della Cina venivano praticati stili con posizioni più ampie e spostamenti più tendendi al lineare, mentre nel sud gli stili si sono caratterizzati per per posizioni più corte e spostamenti più multiplanari e sul posto, questo probabilmente a causa del fatto che in queste regioni vi erano molte risaie, in cui era difficile poter spostare gli arti inferiori allo stesso modo. Stili interni nèijiāquán .
Gli stili interni si basano sullo studio e lo sviluppo di elementi come lo spirito, la mente ed il qi respiro, o energia interiore). La pratica degli stili interni si caratterizza per una completa rilassatezza muscolare che viene chiamata "morbidezza" o "cedevolezza". Con questi termini non si intende un abbandono del corpo, ma ci si riferisce ad uno stadio psico-fisico in cui i muscoli sono decontratti e i sensi sono reattivi, pronti a reagire. "Cedevolezza" in particolare vuol dire che non bisogna oppore la forza muscolare a quella dell'avversario, ma bisogna sfruttare la sua, cedere, farlo passare oltre, di modo che questo si ritrovi in una posizione sfavorevole nella quale non possa più nuocere. Per questa carretteristica di completa decontrazione muscolare, gli stili interni vengono chiamati anche morbidi, mentre quegli esterni duri.
Tàijíquán (T'ai Chi Ch'üanpugno della suprema polarità)
Forma di combattimento basata sul controllo dell'avversario secondo i principi taoisti dell'alternanza fra Yin e Yang, le tecniche di questo stile vengono applicate evitando il contrasto e ricercando la fluidità e le linee di minor sforzo. È divisa principalmente in cinque stili (Chen, Yang, Wu, Wu Yu-Xiang e Sun) di cui il più antico (lo stile Chen) può esser fatto risalire al 1600. Sebbene sia a tutti gli effetti una disciplina marziale e di combattimento in occidente è diventata popolare nella sua forma di ginnastica per la salute (che è quello che viene insegnato nella maggior parte delle scuole), se si fanno bene gli esercizi (questa arte marziale è la ginnastica cinese) si impara l'uso dell'energia.
Xíngyìquán ( Wade-Giles Hsing I Ch'üanpugno dei cinque elementi)
Stile basato su tecniche rettilinee esplosive e da un controllo lineare dello spazio; le sue tecniche di base sono catalogate, seguendo la cosmologia taoista, secondo i cicli costruttivi e distruttivi dei cinque elementi (metallo, legno, acqua, fuoco e terra) e dei dodici animali (Drago, Tigre, Scimmia, Cavallo, Coccodrillo, Gallo, Aquila e Orso,Uccello Tai, Serpente, Falco, Rondine) in modo che ad ogni attacco corrisponda, in modo più o meno univoco, una parata ed un contrattacco.
Bāguàzhǎng (八卦掌? Wade-Giles Pa Kua Changpalmo degli otto trigrammi)
Sviluppato nel XIX secolo sulla base degli esercizi taosti della "meditazione camminando in cerchio" è ben presto divenuta uno dei capisaldi delle tecniche di combattimento interne delle arti marziali cinesi. Le tecniche del Bagua sono principalmente circolari e fluide, tanto da essere spesso viste come il naturale contraltare dello Hsing-Yi. Il nome di questo stile deriva dagli otto trigrammi che formano la base del Yijing (il libro dei mutamenti) e che sono alla base della cosmologia taoista;
Wenshengquan
Liangyiquan

Siming Neijiaquan
Yanzaoquan

Origini del Kung fu


Origini leggendarie e storia

Spettacolo dimostrativo di Kung-fu al monastero di Daxiangguo
« Solo colui che ha masticato il più amaro degli amari, potrà ergersi uomo fra gli uomini »
(Proverbio del Gong Fu)
Esiste un gran numero di leggende sull'origine delle arti marziali cinesi. Quello che si sa di sicuro è che le prime rappresentazioni artistiche di uomini (probabilmente soldati) in posa marziale risalgono al periodo preistorico (oltre 4000 anni fa). Le arti marziali cinesi rimasero essenzialmente composte da una serie di danze di guerra e da esercizi fisici di preparazione militare fino al periodo denominato "primavere ed autunni" (770 - 476 a.C.) dove nacquero e si svilupparono le grandi correnti filosofiche cinesi come il Taoismo ed il Confucianesimo. In questo periodo le tecniche marziali iniziarono a fondersi con la filosofia e la religione fino a diventare un argomento di studio persino nei monasteri.
Nonostante l'origine delle arti marziali intese più propriamente come metodo di combattimento sia antico e non definito, è da sottolineare che quando si parla di Kungfu si prende spesso semplbbnicemente come punto di riferimento il nome Shaolin. Successivamente si sono sviluppati innumerevoli altri stili e altre arti marziali, molte in modo diretto o indiretto da quanto praticato anticamente nel tempio Shaolin.
Secondo la mitologia dello Shaolin Kung-Fu, i monaci Shaolin furono istituiti dall'imperatore cinese dell'epoca per esercitare la funzione di guardia imperiale. La leggenda vuole inoltre che i monaci, per costruire le loro tecniche, si basassero sul comportamento degli animali determinando in questo modo anche gli odierni nomi dei vari stili che si sono diramati dell'originario insieme di stili Shaolin. Altre leggende raccontano di gesta eroiche come la presunta sconfitta di un intero esercito di mille guerrieri mongoli da parte di quattro monaci Shaolin padroni di un'invincibile tecnica conosciuta col nome di Qi-Gong (tecnica della camicia di ferro o insensibilità al dolore).
Le varie persecuzioni religiose segnarono il declino di molti templi (fra cui il famoso tempio di Shaolin) e la nascita di "scuole" di arti marziali molto simili a sette segrete ed esoteriche. Questo portò ad un frammentarsi delle tecniche e delle conoscenze dando vita a migliaia di stili molto differenti fra loro, senza contare gli innumerevoli stili detti "del contadino" praticati dagli abitanti delle campagne e che si tramandavano di generazione in generazione.
Durante la grande rivoluzione culturale le guardie rosse, legate alla banda dei quattro, cercarono di distruggere i vari stili di kung-fu, opera portata avanti odiernamente dal regime cinese, in quanto viste come un retaggio dell'epoca imperiale, dando loro la possibilità di sopravvivere solo come attività sportiva controllata e coordinata da un organismo centrale, vedi Shaolin, Taichi etc.