domenica 28 settembre 2008

arti marziali tradizionali











Arti marziali tradizionali cinesi .Le arti marziali tradizionali sono le arti marziali propriamente dette, in cui lo studio delle tecniche di combattimento viene accompagnato dallo studio delle rispettive applicazioni. Le arti marziali tradizionali sono discipline incentrate su principi filosofici e fisici profondi, e la loro pratica ha come obbiettivo, da una parte il raggiungimento di una reale capacità di combattimento, dall'altra la cura del corpo e della mente.
Le arti marziali cinesi vengono tramandate da più di duemila anni, e nel corso dei secoli hanno subito vari mutamenti. I maestri che le hanno praticate, spesso non si sono limitati ad apprenderle e riproporle così come gli erano state insegnate, ma le hanno modificate per adattarle alle proprie capacità, ai propri principi filosofici, alle necessità strategiche e geografiche. Questo processo ha consentito alle arti marziali di migliorarsi continuamente col passare dei secoli, ma ha anche causato una frammentazione che rende molto difficile una classificazione. Si calcola che gli stili andati perduti siano centinaia. Oggi molti gli stili più praticati sono stati codificati dalle federazioni internazionali, contribuendo il più delle volte all'opera di distruzione culturale operata dalla PRC, spacciando pratiche depurate ed alquanto differenti dalle originali con altisonanti nomi autenticamente tradizionali.
La principale suddivisione occidentale tra gli stili è tra interni ed esterni. Esiste anche un'altra importante categorizzazione, nata dalle esigenze di adattamento alle condizioni geografiche in cui le arti marziali venivano praticate, quella tra stili del nord e stili del sud. Nel nord della Cina venivano praticati stili con posizioni più ampie e spostamenti più tendendi al lineare, mentre nel sud gli stili si sono caratterizzati per per posizioni più corte e spostamenti più multiplanari e sul posto, questo probabilmente a causa del fatto che in queste regioni vi erano molte risaie, in cui era difficile poter spostare gli arti inferiori allo stesso modo. Stili interni nèijiāquán .
Gli stili interni si basano sullo studio e lo sviluppo di elementi come lo spirito, la mente ed il qi respiro, o energia interiore). La pratica degli stili interni si caratterizza per una completa rilassatezza muscolare che viene chiamata "morbidezza" o "cedevolezza". Con questi termini non si intende un abbandono del corpo, ma ci si riferisce ad uno stadio psico-fisico in cui i muscoli sono decontratti e i sensi sono reattivi, pronti a reagire. "Cedevolezza" in particolare vuol dire che non bisogna oppore la forza muscolare a quella dell'avversario, ma bisogna sfruttare la sua, cedere, farlo passare oltre, di modo che questo si ritrovi in una posizione sfavorevole nella quale non possa più nuocere. Per questa carretteristica di completa decontrazione muscolare, gli stili interni vengono chiamati anche morbidi, mentre quegli esterni duri.
Tàijíquán (T'ai Chi Ch'üanpugno della suprema polarità)
Forma di combattimento basata sul controllo dell'avversario secondo i principi taoisti dell'alternanza fra Yin e Yang, le tecniche di questo stile vengono applicate evitando il contrasto e ricercando la fluidità e le linee di minor sforzo. È divisa principalmente in cinque stili (Chen, Yang, Wu, Wu Yu-Xiang e Sun) di cui il più antico (lo stile Chen) può esser fatto risalire al 1600. Sebbene sia a tutti gli effetti una disciplina marziale e di combattimento in occidente è diventata popolare nella sua forma di ginnastica per la salute (che è quello che viene insegnato nella maggior parte delle scuole), se si fanno bene gli esercizi (questa arte marziale è la ginnastica cinese) si impara l'uso dell'energia.
Xíngyìquán ( Wade-Giles Hsing I Ch'üanpugno dei cinque elementi)
Stile basato su tecniche rettilinee esplosive e da un controllo lineare dello spazio; le sue tecniche di base sono catalogate, seguendo la cosmologia taoista, secondo i cicli costruttivi e distruttivi dei cinque elementi (metallo, legno, acqua, fuoco e terra) e dei dodici animali (Drago, Tigre, Scimmia, Cavallo, Coccodrillo, Gallo, Aquila e Orso,Uccello Tai, Serpente, Falco, Rondine) in modo che ad ogni attacco corrisponda, in modo più o meno univoco, una parata ed un contrattacco.
Bāguàzhǎng (八卦掌? Wade-Giles Pa Kua Changpalmo degli otto trigrammi)
Sviluppato nel XIX secolo sulla base degli esercizi taosti della "meditazione camminando in cerchio" è ben presto divenuta uno dei capisaldi delle tecniche di combattimento interne delle arti marziali cinesi. Le tecniche del Bagua sono principalmente circolari e fluide, tanto da essere spesso viste come il naturale contraltare dello Hsing-Yi. Il nome di questo stile deriva dagli otto trigrammi che formano la base del Yijing (il libro dei mutamenti) e che sono alla base della cosmologia taoista;
Wenshengquan
Liangyiquan

Siming Neijiaquan
Yanzaoquan

Origini del Kung fu


Origini leggendarie e storia

Spettacolo dimostrativo di Kung-fu al monastero di Daxiangguo
« Solo colui che ha masticato il più amaro degli amari, potrà ergersi uomo fra gli uomini »
(Proverbio del Gong Fu)
Esiste un gran numero di leggende sull'origine delle arti marziali cinesi. Quello che si sa di sicuro è che le prime rappresentazioni artistiche di uomini (probabilmente soldati) in posa marziale risalgono al periodo preistorico (oltre 4000 anni fa). Le arti marziali cinesi rimasero essenzialmente composte da una serie di danze di guerra e da esercizi fisici di preparazione militare fino al periodo denominato "primavere ed autunni" (770 - 476 a.C.) dove nacquero e si svilupparono le grandi correnti filosofiche cinesi come il Taoismo ed il Confucianesimo. In questo periodo le tecniche marziali iniziarono a fondersi con la filosofia e la religione fino a diventare un argomento di studio persino nei monasteri.
Nonostante l'origine delle arti marziali intese più propriamente come metodo di combattimento sia antico e non definito, è da sottolineare che quando si parla di Kungfu si prende spesso semplbbnicemente come punto di riferimento il nome Shaolin. Successivamente si sono sviluppati innumerevoli altri stili e altre arti marziali, molte in modo diretto o indiretto da quanto praticato anticamente nel tempio Shaolin.
Secondo la mitologia dello Shaolin Kung-Fu, i monaci Shaolin furono istituiti dall'imperatore cinese dell'epoca per esercitare la funzione di guardia imperiale. La leggenda vuole inoltre che i monaci, per costruire le loro tecniche, si basassero sul comportamento degli animali determinando in questo modo anche gli odierni nomi dei vari stili che si sono diramati dell'originario insieme di stili Shaolin. Altre leggende raccontano di gesta eroiche come la presunta sconfitta di un intero esercito di mille guerrieri mongoli da parte di quattro monaci Shaolin padroni di un'invincibile tecnica conosciuta col nome di Qi-Gong (tecnica della camicia di ferro o insensibilità al dolore).
Le varie persecuzioni religiose segnarono il declino di molti templi (fra cui il famoso tempio di Shaolin) e la nascita di "scuole" di arti marziali molto simili a sette segrete ed esoteriche. Questo portò ad un frammentarsi delle tecniche e delle conoscenze dando vita a migliaia di stili molto differenti fra loro, senza contare gli innumerevoli stili detti "del contadino" praticati dagli abitanti delle campagne e che si tramandavano di generazione in generazione.
Durante la grande rivoluzione culturale le guardie rosse, legate alla banda dei quattro, cercarono di distruggere i vari stili di kung-fu, opera portata avanti odiernamente dal regime cinese, in quanto viste come un retaggio dell'epoca imperiale, dando loro la possibilità di sopravvivere solo come attività sportiva controllata e coordinata da un organismo centrale, vedi Shaolin, Taichi etc.